San Valentino Horror: le leggende dei più sfortunati amori napoletani

Napoli è una città devota all’amore. E alla tragedia. Ecco perché molte delle storie romantiche della tradizione partenopea parlano di amori sfortunati e cruenti.

Partenope stessa, la sirena che dà il nome alla città, è un personaggio legato a una leggenda di un amore tragico.

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Amori sfortunati napoletani (Fonte: Wikipedia)

La sirena, rifiutata da Ulisse, secondo la tradizione, andò a morire nella foce del Sebeto. E così, dal suo corpo bellissimo e straziato nacque la città di Napoli. Matilde Serao, nota scrittrice napoletana e fondatrice del quotidiano Il Mattino, nel suo libro Leggende napoletane, racconta il mito di Partenope scollegandolo dalla leggenda omerica.

Per la Serao Partenope era una giovane greca innamorata dell’eroe ateniese Cimone. I due erano assai legati ma anche molto sfortunati. Furono infatti costretti a fuggire e a lasciare tutto, dato che padre di lei aveva promesso la ragazza a un certo Eumeo. Così approdarono nel golfo di Napoli e qui si stabilirono. Partenope diede alla luce 12 figli, diventando la madre del popolo napoletano, a cui tutti ancora si rivolgono.

Per altri scrittori, invece, la giovane morì prima di toccare terra: il funerale di Partenope fu dunque la prima manifestazione di cultura umana sulle sponde della futura città.

Un’altra leggenda, legata ai quattro colli napoletani, parla di quattro fratelli che dopo un giuramento d’amore si trasformarono in roccia. Questi quattro fratelli aveva giurato fedeltà eterna alle loro fidanzate e promesso di aspettarle per sempre dopo che queste erano partite. Le giovani non tornarono mai, perché morte in un naufragio. E allora i giovani si trasformarono in San Martino, Vomero, Capodimonte e Poggioreale le quattro colline che da millenni guardano il mare.

Amori tragici e sfortunati napoletani: un San Valentino horror in città

Celebre è la storia di Tirinella, giovane figlia di una delle famiglie nobiliari più in vista di Napoli, i Capece. Tirinella era stata costretta a sposare un certo Pietro, il quale aveva già tre figli al seguito, avuti da una precedente matrimonio. Ma la ragazza sognava un amore romantico, e lo trovò nel giovane veneziano Alvise Dandolo, venuto in città per affari. I due si innamorarono a prima vista e rimasero amanti per tre anni.

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Piazza San Domenico Maggiore (Fonte: Wikipedia)

Un giorno però i tre figliastri di Tirinella si presentano a casa della matrigna. Lei nascose l’amante nelle sue stanze e poi, fingendo un forte mal di testa, salutò i tre ragazzi e si ritirò per andare a riposare.

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Ma uno dei figli aveva visto Alvise. Così i perfidi figliastri sfondarono la porta a colpi d’ascia e poi trucidarono Tirinella e Alvise. I corpi dei due amanti furono barbaramente abbandonati in un lurido vico del centro storico. I loro fantasmi ancora si aggirano in piazza San Domenico!

 

 

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