Quagliarella come Zaniolo: due storie d’amore finite con valanghe di odio

I grandi amori possono trasformarsi in poche ore in odio puro. Lo sa bene Fabio Quagliarella che, come Zaniolo, è stato a lungo vessato e tormentato dai tifosi della sua squadra.

Ciò che è accaduto a Nicolò Zaniolo nei giorni scorsi (minacce e intimidazioni da parte dei tifosi in seguito alla sua decisione di lasciare la Roma) è purtroppo successo tante altre volte nel calcio.

Zaniolo vuole ricucire con l'ambiente - www.napolinewstoday.it
Zaniolo (Fonte: LaPresse)

Per la prima volta in questi giorni ho avuto paura“, ha scritto Zaniolo in una lettera all’Ansa, “per me e per la mia famiglia, e mi sono sentito abbandonato“. Il ventitreenne di Massa non è più partito da Roma, anche se aveva manifestato l’intenzione di lasciare, e ora vorrebbe ricucire il rapporto con società e tifosi.

I tifosi della Roma non hanno tollerato il suo atteggiamento e hanno criticato aspramente il ragazzo quando ha deciso di rinunciare all’offerta pervenuta da una squadra inglese di bassa classifica: il Bournemouth. Così l’ex Inter si è trovato gli ultras sotto casa e ha dovuto subire insulti e minacce. A Roma sono anche comparsi striscioni pieni di odio e disprezzo. E sui social si è scatenata la solita shit-storm.

Qualcosa di molto simile lo subì anche Fabio Quagliarella quando nel 2010 passò dal Napoli alla Juventus. Quel trasferimento alla Juve scatenò la rabbia dei tifosi azzurri che lo giudicarono un traditore, un mercenario. “Napoli è sempre stato il mio sogno“, aveva detto un anno prima lo stabiese arrivando a Napoli l’anno prima. “E oggi sono felicissimo, perché il sogno si è avverato“.

Zaniolo come Quagliarella: quando il tifo diventa odio

Il sogno di Quagliarella durò pochissimo. Quagliarella decise di trasferirsi alla Juve, e la piazza non glielo perdonò. Ma dietro quel divorzio, si scoprì dopo, c’era un disagio profondo. Quagliarella aveva lasciato Napoli perché costretto. Da anni infatti subiva minacce, illazioni, insulti, ricatti e stalking da parte di un sedicente amico.

Ma il pubblico napoletano non immaginava, e per questo ogni volta che Quagliarella tornava a Napoli, all’allora stadio San Paolo, per l’attaccante erano solo insulti e fischi.

L’attaccante dovette a lungo rinunciare a tornare nel suo paese, Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Da una parte c’era lo stalker che continuava a tormentarlo, dall’altra c’erano i tifosi del Napoli che continuavano a manifestargli astio. Successivamente Quagliarella ha raccontato che suo padre riceveva quasi tutti i giorni intimidazioni. Sconosciuti gli si avvicinavano per avvisarlo che qualcuno avrebbe spezzato le gambe a suo figlio.

Anche Zaniolo sta vivendo una situazione simile a quella vissuta da Quagliarella, con l’unica differenza che l’ex Napoli non avrebbe mai voluto lasciare la sua squadra del cuore.

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Fabio Quagliarella (Fonte: Ansa)

Non è che io un giorno mi sono svegliato e sono voluto andare via da Napoli“, ha spiegato molti anni dopo Quagliarella. “Ero a casa mia, stavo da Dio, ero tornato lì dopo dodici anni lontano. Ho tenuto botta, non è facile, non lo auguro a nessuno. Non poter uscire e sentirsi minacciati, col timore che potesse succedere qualcosa a me e alla mia famiglia, è stato devastante“.

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Si è scoperto che le minacce ricevute da Quagliarella provenivano da un sedicente amico, un poliziotto della postale. Era questo individuo a terrorizzarlo per ricattarlo. La situazione, per fortuna, si è risolta. E ora fra Quagliarella e i tifosi del Napoli è tornato il sereno. Anche con Zaniolo succederà lo stesso?

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