Perché il Rione Sanità a Napoli si chiama così (anche se ora sembra il nome sbagliato)

Il rione Sanità è uno dei luoghi simbolo di Napoli. L’area popolare e viscerale a nord delle mura antiche della città, che va del Borgo dei Vergini fino alle falde di Capodimonte.

Il nome di questo rione deriva da un’intervento urbanistico del XVI. Prima di allora la zona era disabitata e caratterizzata da una selva. In Antichità fu un luogo di sepoltura (sia in epoca ellenistica che romana), come testimoniato dal ritrovamento di importanti ipogei ellenistici e di spettacolari catacombe paleocristiane.

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Santissimo Crocifisso ad Antesaecula nella Sanità (Fonte: Wikipedia)

I napoletani cominciarono ad abitare l’area solo alla fine del 1500. Nel Medioevo si pensava che il bosco fosse un luogo salutare e incontaminato. La presenza delle catacombe, poi, spingeva la popolazione a credere di poter subire l’influsso protettivo dei senti e delle anime beate dei primi martiri. Così quando l’area fu colonizzata alla fine del XVI secolo prese il nome di rione Sanità.

Da allora il rione è stato il centro di sviluppo di tradizioni secolari, che hanno caratterizzato la filosofia e il fatalismo di un’intera città. Ancora oggi a Napoli resiste per esempio il culto delle anime Pezzentelle, cioè l’usanza di curare e pregare teschi di cadaveri rinvenuti nelle catacombe. Tale devozione testimonia un atteggiamento culturale e antropologico caratterizzante del napoletano nei confronti della morte. E ciò dipende indubitabilmente l’uso originario dell’area.

Rione Sanità: perché si chiama così

I primi insediamenti nel Rione Sanità coinvolsero soprattutto nobili e famiglie agiate che volevano lasciare le strade affollate e poco tranquille del centro. Che l’aristocrazia napoletana abbia abitato a lungo nel rione è evidente grazie alla presenza di mirabili palazzi, come Palazzo Sanfelice e il Palazzo dello Spagnolo.

Gradualmente, però, l’area si trasformò in una delle zone più malfamate e degradate di Napoli. L’abusivismo edilizio, il sovrappopolamento, la presenza massicci della criminalità organizzata, la mancanza d’acqua, la disoccupazione e la povertà diffusa resero nell’Ottocento e nel Novecento il rione Sanità uno dei quartieri più pericolosi e insalubri d’Italia.

Secondo altre versioni, il nome Sanità potrebbe derivare dal fatto che l’antico insediamento fosse frequentemente oggetto di alluvioni e quindi di pulizia del sottobosco e delle immondizie, per via dello straripamento di un torrente che scendeva da Capodimonte.

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Totò ne L’oro di Napoli (captured)

Ancora oggi, nell’immaginario comune, il rione Sanità viene avvertito come un luogo pericoloso, malfamato, sporco e difficile di Napoli. Allo stesso tempo il rione è considerato come uno degli angoli più pittoreschi e veraci della città. Non a caso nei vicoli di questa zona la cultura popolare è ancora fortissima. Anche per questo il rione si è fatto scenario di molti film simbolo del neorealismo italiano. Per esempio, L’oro di Napoli del 1954, e Ieri, oggi e domani, del 1963, di Vittorio de Sica.

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Negli ultimi anni il rione sta andando incontro a un lento ma significativo processo di riqualificazione. L’intera zona ha un potenziale storico-culturali immenso, ma molti edifici andrebbero salvaguardati e ristrutturati.

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