Le macchine anatomiche del Sansevero in Mostra: il mistero mai svelato

Nel centro antico di Napoli, a pochi passi dal piazza San Domenico Maggiore, ha sede la Cappella di Santa Maria della Pietà, meglio nota come Cappella Sansevero. Un luogo zeppo di stupende opere di arte rococò e di misteri inquietanti, fra cui le due macchine anatomiche.

La coppia di modelli anatomici presente nei sotterranei della cappella ha sempre incuriosito e spaventato il popolo napoletano. Già la Cappella Sansevero in sé è percepita da secoli come un’area maledetta.

Le macchine anatomiche di Cappella Sansevero - www.napolinewstoday.it
Macchine anatomiche (Fonte: Museo Sansevero)

Da dove nasce questa brutta fama? Di certo dalle opere enigmatiche contenute nella cappella stessa e per le leggende che circolavano sul suo proprietario, Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, che nella ricostruzione dell’ambiente inserì molti simboli massonici e alchemici.

Le macchine anatomiche si trovano nella cavea sotterranea della cappella. E sono conservate lì da quasi tre secoli all’interno di due bacheche. La tradizione partenopea vuole che dietro questi due meravigliosi studi anatomici, ovvero scheletri di un uomo e di una donna in posizione eretta, con il sistema arterovenoso quasi perfettamente integro, si nasconda un macabro mistero.

Queste macchine anatomiche furono realizzate dal medico palermitano Giuseppe Salerno. Alcune fonti settecentesche rivelano che la macchina anatomica maschile fu acquistata nel 1756 da Raimondo di Sangro, in seguito a una esibizione pubblica che il medico siciliano tenne a Napoli. Incuriosito, il principe volle assoldare Salerno, per cominciare a lavorare per con lui. Gli attribuì quindi un alloggio e uno stipendio consistente, per legarlo a sé per tutta la vita. E insieme si misero all’opera per dar forma alla macchina anatomica femminile.

Secondo la leggenda tali meravigliosi modelli furono creati da Salerno e Sansevero attraverso una pratica alchemica. Si ipotizza infatti che il Salerno, sotto la direzione del principe, abbia potuto inoculare nei vasi sanguigni di due corpi (ancora vivi) una sostanza che ne avrebbe procurato la metallizzazione dei vasi. In tal modo, decomponendosi, i corpi avrebbero poi rivelato lo scheletro e tutto il sistema circolatorio, con arterie, vene e capillari, ancora integro.

Il mistero delle macchine anatomiche della Cappella Sansevero

Benedetto Croce racconta (e ridicolizza) nei suoi scritti dedicati alle leggende napoletane le credenze popolari sorte intorno alla figura di Raimondo di Sangro. Parla per esempio della suggestione secondo cui il principe fece uccidere due suoi servi, un uomo e una donna, per poi imbalsamarne i corpi attraverso le pratiche mediche del Salerno. In effetti, appare strano che nel XVIII secolo fosse possibile riprodurre con tanta accuratezza dei modelli anatomici. In realtà, parlare di leggende o di pratiche alchemiche sminuisce il lavoro artistico e scientifico del Salerno e del Sanseverino.

Il sistema circolatorio delle due macchine nasce da uno studio attento e da un’affascinante ricostruzione praticata con diversi materiali, tra cui la cera d’api e alcuni coloranti. Ma ancora oggi sfugge in che modo il principe abbia saputo riprodurre le parti più minute del sistema arterovenoso, anche perché le conoscenze anatomiche dell’epoca non erano tanto sviluppate. Ecco perché negli ultimi anni qualche storico ha persino rivalutato la macabra ipotesi che, ai fini della ricostruzione, siano stati precedentemente effettuati esperimenti iniettivi.

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Cappella Sansevero (Fonte: Wikipedia)

Analisi più attente dimostrano però che la riproduzione del sistema dei vasi è composta da filo metallico, cera e seta. Dunque niente di naturale o di magico!

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Le due opere sono oggi al centro di una mostra, In Vitro Humanitas, associata alle opere dell’artista veneziano Mauro Bonaventura. Per visitarla bisogna dunque raggiungere il Museo Cappella Sansevero, in via Francesco de Sanctis, 19/21. L’orario espositivo va dalle ore 09:00 alle ore 19:00. Biglietto ordinario 8 euro, per soci FAI 6 euro. I ragazzi dai 10 ai 25 anni pagano 5 euro e i bambini fino ai 9 anni entrano gratis.

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