Perché in napoletano si dice “Cippo a Furcella” e cosa significa?

Un modo di dire molto utilizzato dai napoletani è “Cippo a Furcella”: c’è un significato ben preciso e un motivo per cui si utilizza l’espressione.

Cippo a Forcella: perché si dice così
Cippo a Furcella (archivio storico)

Il napoletano è un dialetto amatissimo in tutta Italia e non solo, varca perfino i confini internazionali diventando quasi rappresentativo dell’intero paese. Una vera e propria “lingua” che permea opere e canzoni, che si tramandano di generazione in generazione.

In effetti, il dialetto parlato dai napoletani è un linguaggio ricco di storia e cultura, che affonda le sue radici addirittura nel medioevo. Anche per questo motivo è stato da sempre una fonte inarrestabile di espressioni e modi di dire, che vengono quotidianamente utilizzati nella zona di Napoli ma anche al di fuori.

Una tra le più radicate è una frase utilizzata in un particolare contesto e che, anche in questo caso, trae il suo significato da un aspetto storico legato alla città. Probabilmente molti avranno sentito un napoletano affermare: “S’arricorda ‘o cippo a Furcella.

Si tratta di un’esclamazione che viene usata dagli abitanti di Napoli per riferirsi a qualcosa di molto datato, antico e vecchio, ma per quale motivo? La spiegazione è legata a un particolare sito cittadino.

Il significato di “Cippo a Furcella”

cippo a furcella, cosa significa
cippo a furcella (Tripadvisor)

Se qualcuno usa l’espressione “S’arricorda ‘o cippo a Furcella”, sta parlando sicuramente di qualcosa di remoto nel tempo. Ma qual è l’origine di questo modo di dire usato dai napoletani? Il riferimento è legato ad un sito storico ben preciso situato in Piazza Vincenzo Calenda.

Proprio qui sorge, infatti, il cosiddetto “cippo“, ossia un gruppo di pietre delimitate da un alto cancello circolare, di fronte al noto Teatro Trianon, la cui fama è dovuta al passaggio di celebri attori quali Eduardo De Filippo e Totò.

LEGGI ANCHE: Dove si trova la via intitolata a Pino Daniele e perché è così piccola?

Si tratta, in realtà, di importanti reperti storici risalenti, si pensa, al III secolo a.C. circa. Il “cippo” di pietre è costituito dai resti di una porta difensiva della cinta muraria dell’antica Neapolis. In particolare, si tratterebbe della porta Herculanensis, altresì chiamata in seguito porta Furcilla o Furcillensis.

Un nome che deriverebbe a sua volta, dalla particolare forma a “Y” del bivio stradale che si diramava da essa, simile a quella di una “forcella“, ossia un particolare arnese utilizzato per lavorare all’uncinetto.

Si tratta, dunque, dell’area archeologica più antica di Napoli, riportata alla luce durante il periodo dei lavori di Risanamento. Ecco spiegato il motivo per cui il riferimento a questi ritrovamenti è chiaramente legato ad un concetto di antichità.

Impostazioni privacy